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CARIATI – DOPO IL RESTAURO, TORNA A SPLENDERE IN CATTEDRALE IL PREZIOSO DIPINTO DELL’ALTARE MAGGIORE

Opera dell’artista Aloisio, che lo realizzò nel 1863, raffigura la Vergine Assunta

di Maria Scorpiniti

CARIATI –  Torna al suo posto, nella cattedrale “San Michele Arcangelo”, il prezioso dipinto della Vergine Assunta che abbellisce l’altare maggiore, realizzato nel 1863 dall’artista calabrese Raffaele Aloisio su commissione dell’allora vescovo Nicola Golia (1839-1873). La grande tela dipinta ad olio, a seguito di anni d’incuria, presentava diversi segni di deterioramento; nei mesi scorsi, dopo le necessarie autorizzazioni della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Provincia di Cosenza, è stata sottoposta ad un’importante opera di restauro presso il laboratorio campano “Di Palma-Restauri”, diretto da Giovanni Piccirillo.

Questo grazie all’iniziativa dell’arciprete della Cattedrale, don Gino Esposito, che sta cercando di recuperare e valorizzare le opere d’arte che impreziosiscono il luogo sacro, un gioiello di architettura neoclassica molto caro ai cariatesi e testimone un passato illustre. Basti pensare che la cittadina ionica è stata Sede Vescovile per oltre cinque secoli, fino al 1979, anno in cui la Santa Sede ha ridimensionato la Diocesi di Cariati e l’ha unita “aeque principaliter” in perpetuo a quella di Rossano. A don Gino si deve anche il decoro della sagrestia, recentemente arredata in maniera funzionale ed elegante con il contributo dei fedeli.

Il dipinto della Vergine è tornato in Cattedrale il 4 novembre scorso, in tempo per i solenni festeggiamenti del Patrono San Leonardo. Esprime soddisfazione lo storico cariatese Franco Liguori, presidente della SIPBC (Società Italiana per la Protezione dei Beni Culturali), sezione regionale Calabria. «Il restauro del quadro della Vergine Assunta – dice – è un ulteriore tassello dell’opera di recupero e valorizzazione delle testimonianze artistiche della Cattedrale che rappresenta per noi cariatesi un patrimonio di fede, ma anche di storia e di cultura; essa è l’emblema del nostro passato più illustre, è la gemma incastonata nel cuore del centro storico che tutti i turisti ammirano ed apprezzano».

Valorizzare la Cattedrale, come sta facendo con tenacia il parroco don Gino Esposito – aggiunge il prof. Liguori – equivale a valorizzare e salvaguardare il patrimonio storico-artistico-religioso del centro storico, a rinnovare e ravvivare le tradizioni religiose, organizzando anche momenti di aggregazione collettiva nei luoghi della memoria. È un po’ come dare fiato al borgo – conclude – rivitalizzarlo, farlo rinascere.

 

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