“C’era una volta in Italia. Giacarta sta arrivando”, dopo l’anteprima nazionale di Reggio Calabria, è stato proiettato a Corigliano-Rossano
CARIATI – La lotta di Cariati per la riapertura dell’ospedale Vittorio Cosentino e lo sfacelo della sanità italiana al centro del docufilm “C’era una volta in Italia. Giacarta sta arrivando” dei registi Federico Greco e Mirko Melchiorre, prodotto da Play Entertainment con Studio Zabalik. Distribuito da Fil Rouge Media, con voce narrante di Peppino Mazzotta, è stato proiettato martedì scorso, subito dopo l’anteprima nazionale di Reggio Calabria, presso il cinema teatro San Marco di Corigliano Rossano.
Tra il numeroso pubblico, gli emozionati protagonisti di questa lotta, principali interpreti di un pregevole lavoro cinematografico che racconta senza filtri da dove è partito il disastro della sanità italiana e calabrese e come è stato “architettato” lo smembramento della sanità pubblica italiana, tra le migliori d’Europa, in favore del sistema capitalista.
Per farlo, Greco e Melchiorre sono partiti dalla vicenda dell’ospedale di Cariati, chiuso ingiustamente nel 2010, e dall’occupazione della struttura da parte di un “manipolo di ribelli” che, stanchi di subire anni di privazioni di cure sanitarie e di viaggi della speranza verso le altre regioni italiane, due anni fa in piena pandemia ne hanno chiesto la riapertura.
Nelle immagini video, girate nel presidio sanitario cariatese, ma anche nei luoghi più spettacolari della cittadina ionica, sono documentati i 18 mesi di mobilitazione, la caparbietà degli attivisti, la rabbia della gente e i momenti di sconforto, insieme alla speranza che si è fatta concretezza subito dopo lo straordinario appello alla riapertura dell’ospedale lanciato da Roger Waters, che ha fatto il giro dei media internazionali. Poi l’ammissione degli errori del passato da parte del governatore Roberto Occhiuto, e i conseguenti impegni, oggi realtà: nel Piano Operativo approvato dai Ministeri, Cariati è tra le strutture da riaprire, insieme a Trebisacce e Praia a Mare, ed entro fine dicembre 2022 l’apertura dovrebbe finalmente diventare legge.
C’è tutto questo racconto, nel docufilm, ma soprattutto ci sono loro, i protagonisti della battaglia: Mimmo Formaro, Cataldo Curia, Michele Caligiuri, Ninì Formaro, Mimmo “Massaro”, il popolo di un intero territorio affamato di risposte sanitarie, i pescatori, i sanitari del Suem 118 in grande difficoltà quando devono correre sulle strade mulattiere per soccorrere i cittadini dell’entroterra della Sila Greca. C’è Cataldo Perri, il medico – musicista che da 12 anni vive sulla sua pelle l’odissea della migrazione sanitaria in Lombardia e che, prima della proiezione, si è esibito con la sua chitarra battente insieme con il maestro Leo Caligiuri al pianoforte.
C’è il compianto Gino Strada, fondatore di Emergency, chiamato in Calabria a dare una mano durante la pandemia, che voleva riaprire il “Cosentino” con i suoi medici. Lo riteneva “il posto giusto da cui ripartire”, ma non gliel’hanno permesso, da qui l’affermazione che è più facile aprire un ospedale a Kabul anziché in Calabria.
E poi ci sono coloro che hanno inquadrato quanto accaduto in Italia e in Calabria in un contesto più ampio. Sono intellettuali ed esperti del settore sanitario del calibro di Jean Ziegler, Ken Loach, Michael Marmot, Vittorio Agnoletto, Adriano Cattaneo, Ivan Cavicchi, Nicoletta Dentico, Santo Gioffrè, Gavino Maciocco, Warren Mosler, Carlo Palermo, Maria Elisa Sartor, Randall Wray, gli stessi Roger Waters e Gino Strada.
Un documentario da vedere e diffondere anche tra le nuove generazioni, che parte dal discorso all’ONU di Salvador Allende e passa dai 12 anni di commissariamento in Calabria, dai Piani di rientro che non hanno ripianato il debito sanitario, dai 18 ospedali chiusi in una notte del 2010 con un colpo di penna. Ad emergere, nel filmato, la grande dignità dei calabresi, in questo caso dei cariatesi, che diventa lotta per i diritti. Una microstoria girata, a dire dei registi, in una terra “difficile” come la Calabria, emblema di una storia più grande che ha portato allo smembramento della sanità pubblica, con risultati sotto gli occhi di tutti. Ora non resta che raccogliere i cocci e ripartire restituendo i posti letto necessari, mettendo mano prima alla coscienza e poi alla rete dell’emergenza urgenza. D’altra parte, è la lezione della pandemia, ma è anche la consapevolezza che il diritto alle cure e alla vita non può ridursi ad un mero atto aziendale, o ad un calcolo ragionieristico. Qualcuno, nel docufilm, lo ha ricordato molto bene: la vita umana non ha prezzo!
Queste le prossime tappe di “C’era una volta in Italia. Giacarta sta arrivando”: il 12 dicembre a Cosenza, il 12 e 13 dicembre a Roma, il 14 dicembre a Bolzano, il 16 dicembre a Matera, e poi a Bologna, Milano, Torino, Firenze. Il calendario è in continuo aggiornamento.
MARIA SCORPINITI