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OSPEDALE DI CARIATI, LA BATTAGLIA NON È FINITA

Grossi ritardi sulla riapertura per come stabilito da Occhiuto. Denuncia de “Le Lampare”, lavori a singhiozzo e servizi sospesi per mancanza di specialisti

CARIATI – Sono intenzionati a riprendere la battaglia per vedere concretizzato tutto ciò che è previsto con la riapertura dell’ospedale Vittorio Cosentino all’interno del Dca della Regione Calabria del 12 luglio 2023 e dal DM dell’11 aprile scorso. C’è un ritardo notevole, i lavori procedono a singhiozzo e la situazione nei servizi esistenti è al limite a causa della cronica carenza di personale. L’annuncio, unito alla denuncia, è del portavoce del movimento Le Lampare, il consigliere comunale Mimmo Formaro, che richiama alla responsabilità Regione Calabria, Asp Cosenza e Comune di Cariati chiedendo un cronoprogramma.

L’autunno si preannuncia dunque caldo su questo fronte. In attesa della riapertura, Le Lampare denunciano la continua sofferenza nei servizi attivi; l’ultima, in ordine di tempo, è della Neuropsichiatria infantile, la cui neuropsicomotricista dallo scorso 9 giugno è andata in maternità senza essere mai stata rimpiazzata, né – a quanto pare – è stato bandito un avviso pubblico per sostituirla. «Un servizio che funzionava benissimo, portato avanti in maniera egregia dalla dottoressa – sottolinea Formaro – che va assolutamente preservato perché necessario a tante famiglie. Chiediamo all’Asp di intervenire subito per individuare un sostituito». Da giugno i genitori di bambini che necessitano di particolari terapie non si vedono più garantita la presenza di questa importante figura, né possono ricorrere ai privati convenzionati le cui liste di attesa sono, anche lì, lunghe, come lunghi risultano i tempi d’attesa nel “Cosentino” per le visite ambulatoriali di cardiologia, dermatologia, oculistica, per non parlare di diabetologia, il cui specialista è andato in pensione un paio di anni fa e non è arrivato nessuno.

Mimmo Formaro ricorda che il Dca della Regione Calabria prevede per Cariati la riapertura della struttura sanitaria come Ospedale di Zona Disagiata, con un Pronto Soccorso (al momento, nei nuovi locali ristrutturati dall’Asp funziona ancora il Punto di Primo Intervento); un reparto con 20 posti letto di Medicina; un day surgery per prestazioni di chirurgia generale; 4 posti letto di day hospital in cardiologia; servizi dedicati per la gastroenterologia e l’oncologia. Per quanto riguarda gli strumenti, dopo l’arrivo di due ecografi e della Tac, si attende ancora il mammografo promesso da un anno e mezzo, acquistato dall’Asp ma non installato perché il locale necessita di essere adeguare.

Quello che non va giù agli attivisti delle Lampare è il silenzio della politica, dopo gli impegni messi nero su bianco dal presidente Occhiuto e dopo la lunga mobilitazione che è riuscita a riportare nel Basso Ionio quella sanità ingiustamente cancellata nel 2010 con la chiusura del Vittorio Cosentino. La loro lotta è diventata un modello per rivendicare i diritti costituzionali negati ai cittadini, primo fra tutti quello alla salute e alle cure.

«Oltre agli annunci del presidente Occhiuto – afferma Formaro –  nessuna voce si leva per dire se quello che non c’è ancora arriverà e quando arriverà. Nemmeno quella – incalza – di Pasqualina Straface, presidente della commissione regionale Sanità, che dopo la scottatura alle ultime amministrative di Corigliano Rossano sembra aver perso il piglio presenzialista dei mesi scorsi».

Le Lampare chiedono il  cronoprogramma degli interventi alla Regione, così da avere consapevolezza del cammino che resta da percorrere. «C’è la necessità immediata di riaprire il reparto di Medicina. – afferma Formaro – Non può succedere come a Trebisacce che hanno aspettato dieci anni. I lavori sono già finanziati e decisi, non si possono fare a singhiozzo. Ci fa paura il fatto che si stiano già registrando ritardi, come sta accadendo per il Pronto soccorso che doveva essere finito a dicembre, poi a giugno, ed è stato malamente inaugurato senza essere completato».

Per Le Lampare, anche l’Asp di Cosenza dovrebbe accelerare i tempi di pubblicazione dell’atto aziendale, in cui verrà stabilito il reale fabbisogno di personale da impiegare nei nuovi reparti del Cosentino, mentre l’amministrazione comunale guidata da Cataldo Minò – conclude il movimento civico – dovrebbe smetterla di avere un atteggiamento di accondiscendenza verso la Regione e battere i pugni, chiedendo il cronoprogramma e l’accelerazione dei lavori.

Maria Scorpiniti (“Il Quotidiano del Sud” 17 settembre 2024)

 

 

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