Il 26enne stava lavorando in un capannone nella zona industriale. La Procura della Repubblica di Castrovillari ha aperto un fascicolo
Tragico incidente sul lavoro nella zona industriale di Mandatoriccio, costato la vita a Michael Affatato, un operaio di 26 anni appena. La dinamica esatta è ancora al vaglio delle autorità competenti; tuttavia in base ad una prima, sommaria ricostruzione tutta da verificare, il giovane ieri mattina stava lavorando sul tetto di un capannone adibito ad officina metallica nella zona industriale della marina di Mandatoriccio, quando è precipitato dall’altezza di circa 10 metri. Sembra che il tetto abbia ceduto improvvisamente e l’impatto con il suolo sia stato violentissimo. Michael ha battuto la testa è morto sul colpo; a nulla sono valsi i soccorsi da parte degli operatori del Suem 118 e dell’elisoccorso.
Sul posto sono intervenuti i carabinieri, che hanno avviato subito le indagini per cercare di ricostruire quanto accaduto e, soprattutto, per accertare se siano state rispettate le norme vigenti in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro. Un aspetto di non poco conto, tutto da chiarire, insieme alla verifica della posizione lavorativa del 26enne. Si attendono con ansia, infatti, gli esiti delle verifiche le altre autorità intervenute, tra cui gli ispettori dell’Ufficio Prevenzione dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza. La Procura della Repubblica del Tribunale di Castrovillari ha posto sotto sequestro il capannone teatro dell’incidente e la salma dello sfortunato giovane, aprendo un fascicolo di indagine per accertare eventuali responsabilità.
Ma al di là delle indagini, che faranno il loro corso e chiariranno ogni aspetto della vicenda, c’è il dramma umano di una vita spezzata ad un ragazzo da poco diventato padre, c’è la tragedia di una famiglia che ha perso un figlio e un fratello, di una compagna la cui bambina non conoscerà mai il papà, dei tantissimi amici che gli volevano un bene dell’anima, dell’intera comunità sotto shock che non riesce a capacitarsi di come ancora, nel 2025, possano accadere simili tragedie.
Una comunità scossa, che piange un altro dei suoi figli migliori. Ricordiamo che solo qualche mese fa aveva salutato per sempre Francesca Mandarino, la 21enne studentessa universitaria vittima di un incidente stradale a Roma. Michael , come Francesca, era molto conosciuto e stimato nel centro collinare, dove tempo fa aveva lavorato in un negozio. Un ragazzo per bene – dicono in paese – serio, dolce e sensibile, un grande lavoratore. Spesso si adoperava per portare a domicilio la spesa ai clienti che, com’è noto, nel centro collinare sono per la maggior parte anziani. Era noto anche il suo amore verso gli amici a quattro zampe. Ma soprattutto era un ragazzo che con sacrificio cercava di costruirsi un futuro nella sua terra, insieme alla sua compagna e alla bambina appena arrivata, i cui sogni si sono infranti troppo presto, che ha pagato un prezzo troppo alto per garantire una vita dignitosa alla sua famiglia.
L’intera comunità di Mandatoriccio da ieri è in lutto e si stringe attorno alla famiglia, distrutta da un così grande dolore. La morte di Michael provoca in tutti sentimenti di commozione e incredulità, insieme a tanta rabbia e tristezza per una tragedia che forse, con le dovute precauzioni e tutele, si sarebbe potuta evitare. Sono in tanti, in queste ore, ad invocare interventi mirati per evitare il ripetersi di simili drammi sul lavoro. L’incidente riporta all’attenzione il problema dell’osservanza della sicurezza nei cantieri, su cui c’è ancora molta strada da fare a livello di prevenzione.
Il dolore degli amici
Lo scorso 12 gennaio, sul suo profilo Facebook, Michael scriveva: «Si hanno due vite. La seconda comincia il giorno in cui ci si rende conto che non se ne ha che una». Una frase che ora acquista un valore nuovo per gli amici del giovane, scossi e devastati alla notizia che li ha lasciati in un profondo dolore. L’unica vita del loro amico è stata interrotta troppo presto, ma il suo ricordo, il suo sorriso e la sua grande voglia di vivere resteranno fissi nella loro mente, insieme ai tanti momenti spensierati trascorsi insieme. Come succede in questi casi, i compagni affidano ai social sentimenti e messaggi di cordoglio.
Tra questi: «Ho appreso una notizia straziante, ho il cuore a pezzi». «Se dovessi pensare alla mia infanzia, penserei sicuramente a te. Quanto tempo abbiamo trascorso insieme, sia bello, sia brutto. Eravamo sempre uniti. Non abbiamo mai avuto litigi tanto grandi da non riuscire a parlarci. Ogni volta, si faceva un nuovo gioco pur di non allontanarci. Abbiamo passato 18 compleanni insieme, abbiamo condiviso case, posti, giochi. Come farò a dimenticare tutto questo per un miserabile incidente? Quanto mi mancherei fratello mio. Era sempre un abbraccio e un “come stai” al nord? Non voglio che la nostra amicizia, piena di rispetto, tenerezza, fiducia finisca qui, in questo giorno, perché sarà per sempre viva nei miei ricordi. Non dimenticare quanto bene ci siamo voluti, perché io non lo farò mai. Un destino crudele hai avuto». Infine: «Avevi un cuore grande, eri una persona speciale. Sarai sempre nei nostri cuori».
Maria Scorpiniti (“Il Quotidiano del Sud” 26 gennaio 2025)