venerdì, Luglio 11, 2025
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LA “VESTE A CINTA” DELLE DONNE DI CARIATI E LA TIPICA “PACCHIANA” AL FESTIVAL DEL COSTUME TRADIZIONALE CALABRESE DI SAN GIOVANNI IN FIORE

Protagonisti nella kermesse culturale gli abiti esposti nel locale Museo Civico

Gli abiti storici delle donne cariatesi custoditi nel Civico Museo del Mare, dell’Agricoltura e delle Migrazioni di Cariati, valorizzati e conosciuti da un vasto pubblico in occasione della terza edizione del Festival del Costume tradizionale calabrese che si è svolto a San Giovanni In Fiore (CS), lo scorso 20 giugno, nell’ambito della Settimana del Turismo delle Radici.

Tra i 14 comuni presenti in forma ufficiale alla manifestazione, organizzata dal comune silano con il patrocinio della Regione Calabria, della Provincia di Cosenza, del MAE e della Federazione Italiana Tradizioni Popolari, anche il Comune di Cariati, con il Sindaco Cataldo Minò, la Delegata alla Cultura Alda Montesanto e gli agenti della polizia municipale con gonfalone.

La delegazione cariatese ha accompagnato le modelle con gli abiti tradizionali femminili della cittadina ionica, sfilando con loro, insieme alle rappresentanze degli altri comuni, in un variopinto e suggestivo corteo con bellissimi costumi che si è snodato sull’isola pedonale della città florense, fino alla piazza principale dove alla presenza della sindaca Rosaria Succurro, di autorità civili e militari, della giuria e di un numeroso pubblico si è svolta la parte centrale della manifestazione e si è proceduto alle premiazioni delle varie categorie.

Tre sono stati gli abiti di Cariati presentati a San Giovanni in Fiore, a cura della Direttrice del Museo Civico Assunta Scorpiniti, che ha preparato le modelle e predisposto la partecipazione all’evento: un abito storico di “pacchiana” del 1880, appartenuto a una giovane cariatese di nome Gloria, coniugata Russo, che, quindicenne, lo aveva indossato per la prima volta al suo matrimonio; l’abito, portato con grazia ed  evidente orgoglio dalla bellissima modella cariatese Federica Critelli, e prezioso per fattura, valore storico e stato di conservazione, è costituito da vari pezzi: “a cammìsa” bianca con decori e maniche rigonfie, il corsetto, i manicotti, un’ampia gonna viola intessuta a motivi geometrici e ricamata con fiori, il grembiule, un copricapo impreziosito da merletto e ricami.

Oltre alla “pacchiana”, che ha concorso al premio di quest’anno (vinto, per la cronaca, dal costume di Castrovillari), il Comune di Cariati ha presentato anche due varianti della tradizionale “veste a cinta”, ovvero l’abito vestito in passato dalle popolane cariatesi; a indossarle, le modelle Caterina Russo e Anna Maria Cariglino, che hanno saputo interpretarne il contegno e la semplice eleganza, data da una camicia stretta in vita, decorata con impunture (“u tàit”), da un grembiule rigorosamente nero con balza a pieghe (“u sinàlu”), da un’ampia gonna pieghettata a motivi  floreali, e accessoriato con  una sorta di triangolo merlettato sulla scollatura (“u scoddinu”) e un grande scialle di lana (“u frazzulettùnu”); nessun copricapo ma i capelli acconciati con la tipica corona di treccia.

La partecipazione al Festival di San Giovanni in Fiore, spiega la Direttrice Scorpiniti, fa parte di un progetto museale di valorizzazione degli abiti tradizionali cariatesi, condiviso con l’Amministrazione comunale, nell’ambito di iniziative che saranno realizzate nei prossimi mesi; è importante sottolineare, aggiunge, che questi abiti fanno già parte non solo del patrimonio culturale cariatese ma anche nazionale, in quanto censiti e presenti, con altri oggetti etnografici del Museo Civico di Cariati, nel Catalogo Generale dei Beni Culturali del Ministero della Cultura.

 

 

 

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