Il commissario Sorical alla premiazione dei corti vincitori dell’Acqua Film Festival
CARIATI – Nell’ambito del Premio Ausonia, lo scorso 22 agosto presso la sala convegni del Museo del mare, dell’agricoltura e delle migrazioni di Cariati si è svolta la visione e la premiazione dei corti vincitori del Festival internazionale del cinema Acqua Film Festival, un evento promosso dal Centro Sperimentale Arti dello Spettacolo Italiano e dall’associazione Sentiero Sostenibile. Nel corso della serata, anche un confronto sul tema dell’acqua, con l’intervento in video dell’attrice e giornalista Eleonora Vallone, fondatrice e direttrice artistica di Aqua Film Festival dedicato, appunto, all’acqua e alla sostenibilità, dell’amministratore di Sorical Cataldo Calabretta, dell’ideatore del Premio Ausonia Antonio D’Amico, infine del presidente del Flag Borghi Marinari dello Jonio Cataldo Minò, nonché sindaco di Cariati.
Nel suo intervento, il commissario Calabretta ha fatto il punto sul ruolo della società che gestisce l’idrico in Calabria. «Quattro anni fa in regione mancava un soggetto che potesse gestire a pieno la risorsa idrica e la depurazione – ha affermato – quando ho preso in mano la Sorical, ho trovato in una situazione particolare . All’inizio avevo qualche perplessità, mi veniva chiesto di far uscire la società dalla liquidazione volontaria e di risanare alcune questioni, alla fine accettai. Come commissario – ha spiegato Cataldo Calabretta – ho fatto un lavoro capillare, corposo e difficile dopo aver riscontrato un ritardo rispetto alla normativa italiana ed europea. Prima di affrontare i problemi della dispersione dell’acqua, dell’utilizzo improprio e della morosità dei Comuni, che al mio insediamento era di 140 milioni di euro, ho cercato di colmare quasi trent’anni di ritardi rispetto alla normativa vigente».
Calabretta si è trovato, quindi, a dover avviare diversi percorsi: da un lato, il risanamento della Società in liquidazione, con all’interno addirittura una multinazionale francese; dall’altro l’urgenza di affrontare i problemi legati alla dispersione dell’acqua potabile, utilizzata addirittura in agricoltura, e agli allacci abusivi che creano ancora disagi ai cittadini, soprattutto nei periodi in cui c’è più richiesta di risorsa. «Ci sono poi molte zone disabitate in inverno – ha detto – che in estate vengono invase da turisti, per cui è difficile per Sorical stabilire l’esigenza reale ed erogare in maniera adeguata l’acqua ai Comuni».
E se in piena estate l’acqua manca, per Calabretta, non è solo perché non ci sono infrastrutture adeguate, ma anche per “la sciatteria, la negligenza e la superficialità” di chi finora ha gestito il tutto, disinteressandosi di un problema serio qual è la gestione della risorsa idrica. «Avere un ritardo di circa 40 anni rispetto alla normativa e una società in liquidazione volontaria da 11 anni – ha ribadito – significa che non si è potuto pianificare, né fare investimenti». L’altro problema dei Comuni calabresi è la depurazione e la raccolta delle acque reflue, il cosiddetto servizio idrico integrato, che dal 2022 ha come unico gestore Sorical, con soci i Comuni, parte attiva insieme alla Regione Calabria.
Non poteva mancare il riferimento sull’attuale fase di transizione, che vedrà il trasferimento, da parte dei Comuni, dei servizi per la gestione integrata dell’acqua e dei rifiuti ad Arrical, un nuovo ente d’ambito che, tra i compiti, ha anche quello di stabilire le tariffe. «I ritardi della mancata attivazione a pieno regime della gestione integrata della risorsa idrica in Calabria rispetto alle altre regioni – ha puntualizzato in proposito – ha generato un problema all’Italia a livello europeo».
Tuttavia, secondo il commissario Calabretta, il vero nodo è culturale. «Manifestazioni come queste – ha esordito – servono scardinare luoghi comuni e a far concepire l’utilizzo dell’acqua sotto il profilo culturale, che va al di là della siccità. Basta semplicemente non sprecare acqua, soprattutto quella potabile. Se non passa questo messaggio, lo spreco, unito alla siccità, fa il resto e il mese di agosto ci ritroveremo sempre con una risorsa che non può bastare quando la popolazione aumenta. Io ho la responsabilità di gestire il servizio idrico a livello regionale e collaboro ogni giorno con i sindaci – ha affermato ancora – ma ritengo utile avviare una campagna di sensibilizzazione per prevenire il danno nel periodo estivo, quando si soffre di più rispetto al resto dell’anno».
Un messaggio difficile da veicolare: si pensa che l’acqua sia una risorsa inesauribile, gratuita, un diritto, un bene comune ma, come ha puntualizzato in conclusione lo stesso commissario Sorical, il servizio per rendere l’acqua potabile per usi civici ha un costo e bisogna pagarlo. Purtroppo, ancora oggi, il livello di morosità dei Comuni in Calabria raggiunge il 60%, in alcuni territori l’80%.
Maria Scorpiniti