Si dimettono in massa sette consiglieri, un commissario prefettizio guiderà l’ente. Il sindaco: «Una pugnalata non a me, ma alla comunità». Poi l’annuncio: «Mi ricandiderò»
Sette consiglieri comunali, nella giornata di lunedì 23 giugno, hanno rassegnato ufficialmente le proprie dimissioni dalla carica, mettendo la parola fine, dopo solo due anni, all’esperienza amministrativa del sindaco Aldo Vincenzo Grispino. A sfiduciarlo sono stati: Francesco Greco, Angelica Pizzuti, Gabriele Mangone e Franco Mangone della maggioranza; Egidio Carlino, Marianna Filippelli e Francesco Pugliese della minoranza.
A nulla sono valsi i tentativi del primo cittadino di ricucire lo strappo che si era creato da mesi all’interno della maggioranza, emerso in tutta la sua gravità nell’assise dello scorso 28 maggio quando ha incassato la sonora bocciatura del Bilancio consuntivo 2024. Non è bastato neanche l’aver rimodulato la Giunta per cercare di superare la crisi ed evitare lo scioglimento anticipato del Consiglio, facendo entrare nell’Esecutivo le consigliere Carmela Corvo e Rosetta Spataro. Grispino sperava di arrivare al Consiglio del 26 giugno e di riuscire ad approvare finalmente il documento contabile, scongiurando la caduta della sua amministrazione.
Con la sottoscrizione delle dimissioni in massa dei sette consiglieri, il Prefetto di Cosenza dovrà procedere per legge allo scioglimento del Consiglio Comunale e alla nomina di un Commissario prefettizio che gestirà l’ordinaria amministrazione fino a nuove elezioni.
Nella cittadina ionica della Sila Greca il clima politico è tesissimo da mesi e l’epilogo della vicenda in piena stagione turistica, che tutti ormai si aspettavano, ha gettato residenti e operatori turistici nello sconforto. Grispino non nasconde la sua delusione, manifestata in un pubblico comizio lo scorso 26 giugno. La sua amarezza è tanta, anche perché ritiene di aver operato bene e di aver realizzato, in soli due anni di gestione, l’80% del programma elettorale. Parla di “incontri carbonari” e di “7 mascherine” che sin dall’inizio della consiliatura avrebbero tramato tra di loro e con l’opposizione per arrivare al punto di sfiduciarlo e affidare il comune, ancora una volta, ad un commissario.
La crisi ha avuto origine con la revoca, da parte del primo cittadino, della nomina di vicensindaco e assessore a Francesco Greco, motivata dalla necessità di rinnovamento della Giunta e dal fatto che negli ultimi tempi la casa comunale era diventata «un luogo di lotta e di gridate continue», ma anche di prese di posizioni e incomprensioni da parte di assessori «che giocavano a mettere in ginocchio la città». Greco, invece, rimprovera Grispino di averlo isolato e di aver pensato di sostituirlo addirittura con Egidio Carlino, capogruppo della minoranza “La Fenice”, ma anche di aver fatto gli interessi dei forestieri e non dei mandatoriccesi.
IL SINDACO: “MI RICANDIDERÒ”
Nel pubblico comizio del 26 giugno, il Sindaco ha spiegato nel dettaglio i contorni di una vicenda che non esita a definire «una vera e propria pugnalata» alle spalle non tanto del sindaco ma dell’intera città. Anche perché Aldo Grispino ha sostenuto di aver sempre lavorato nell’interesse della comunità, pure nelle ultime settimane firmando provvedimenti importanti. «La pugnalata – dice il primo cittadino – di cui si sono resi protagonisti quanti oggi consegnano per tre consiliature consecutive il Comune di Mandatoriccio ai commissari, è ancora più grave – ha ribadito – perché si è decretato il commissariamento della politica, della democrazia e delle istituzioni a tre anni dalla scadenza naturale del consiglio».
Si è detto, inoltre, soddisfatto di quanto messo in campo nei due anni e di aver realizzato l’80% del programma elettorale. «Mi rincuora l’affetto che la comunità intera mi sta attestando in modi diversi – ha proseguito Grispino – inclusi i numerosi dipendenti comunali che sono venuti a salutarmi con emozione e commozione», annunciando l’intenzione di ricandidarsi alla guida del centro della Sila Greca, questa volta però con una lista di cittadini più responsabili «che non abbiano interessi personali e perseguano obiettivi di concordia e serenità sociale».
Poi si è lasciato andare ad una dura analisi politica. «Oggi Mandatoriccio vive una vera e propria emergenza democratica – ha considerato – dovranno essere allontanati definitivamente gli Unni che, standosene lontani dalla città per quasi tutti i mesi dell’anno, tornano solo d’estate per curare i loro interessi consolidati in quasi un quarantennio. Io resto fedele al giuramento costituzionale e soprattutto ai valori dell’onestà e della trasparenza grazie ai quali sono stato fino ad oggi tra la gente e per la gente, senza mai cambiare casacca».
L’ormai ex sindaco ha ringraziato il Prefetto di Cosenza e il personale della Prefettura; l’Arma dei Carabinieri con il tenente colonnello Marco Filippi e tutti i dipendenti comunali ai quali gli amministratori, che fino all’ultimo hanno tenuto fede al progetto amministrativo insieme a lui, (il presidente del consiglio comunale Luigi Pellegrino, il vicesindaco Carmela Corvo e l’assessore Rosetta Spataro) hanno dato dignità e prospettive diverse, attraverso il Piano Integrato di Attività e Organizzazione triennale 2025 – 2027. In tale contesto, allo scopo di rendere la macchina comunale più efficiente, ha previsto nuovi concorsi e firmato l’incremento del monte ore contrattuale dalle attuali 18 ore, come già fatto per altri dipendenti comunali nei mesi scorsi.
MARIA SCORPINITI