di Assunta Scorpiniti
Condivido volentieri questa mia intervista di qualche anno fa alla celebre poetessa siriana, e cara amica, Maram Al- Masri, pubblicata sul bisettimanale “Il Crotonese” e sulla rivista “Lettere meridiane”; la foto è di un successivo incontro a Cosenza, in occasione di una sua intensa performance poetica. Oltre le note biografiche e di cronaca, le parole di Maram, attuali e profonde. Da molti anni vive esule a Parigi, continua a scrivere (è tradotta in molte lingue) e a lottare per i diritti del suo popolo.
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Maram-al Masri, poetessa siriana di Lattakia, con i versi e la sua immagine di profonda sensualità, è stata protagonista di importanti eventi culturali dell’estate calabrese 2008; lo scorso anno si è fatta conoscere anche nella nostra zona jonica, da Sibari a Crotone, che ha visitato con entusiasmo, in occasione della sua presenza al Premio Calopezzati edizione 2007, di cui è risultata la vincitrice della sezione “Poesia Mediterranea” e a Cariati, ospite della rassegna letteraria “L’onda e la memoria. Voci del mediterraneo”. Anche in queste circostanze la poetessa, definita, in molti commenti, “seducente” e capace di una poesia sensuale e femminile, ha praticamente incantato le platee, con le movenze, i “sussurri urlati” con cui ha recitato dal vivo i suoi poemi, la convinzione con cui ha espresso le sue idee, riguardanti, principalmente, l’essere femminile in un mondo più o meno evoluto; un mondo che, a suo avviso, deve ancora imparare il rispetto per quello che le donne sono e sentono: “Ogni donna – ha detto parlando al pubblico – deve cercare prima di tutto la sua libertà, ogni giorno, con fatica, in ogni aspetto della propria vita quotidiana. La battaglia della libertà e dell’emancipazione può essere combattuta da qualsiasi posto nel mondo e da qualsiasi donna a prescindere dalla sua nazionalità. Ogni donna è unica ed unici sono i suoi diritti. La passione che le donne possiedono, quasi fosse un dono naturale, riescono a trasmetterla in ogni momento della propria vita”.
La sua, intensissima di eventi, si è svolta fino all’età di 20 anni in Siria, da cui è fuggita per tre volte solo perché voleva sentirsi libera da uno stile di vita sottomesso, che le impediva di confrontarsi con i coetanei, altre idee, diverse mentalità e, sopportando, nei vari passaggi, amori difficili, ostacoli e tragedie, come un grave lutto e il rapimento di un figlio. Da venticinque anni abita a Parigi, ma è dal mondo arabo che arrivano le pubblicazioni dei suoi primi libri: a Damasco, a cura del Ministero dell’Educazione nel 1984, ha pubblicato il primo, intitolato “Ti minaccio con una colomba bianca”; a Tunisi, nel 1997, presso l’Editrice Oro del Tempo, la raccolta “Ciliegie rosse su una piastrella bianca” (l’edizione italiana è del 2005 a cura dell’editrice ligure “Liberodiscrivere”). Questo volume, accolto con grande favore dalla critica araba, dai lettori e dalla comunità poetica internazionale, è stato tradotto in molte lingue e le è valso nel 1998 il prestigioso “Prix Adonis” , del Forum Culturale Libanese in Francia, dedicato a quello che è considerato il più grande poeta vivente del mondo arabo, e cioè Adonis; lo stesso che ha detto: “Maram al-Masri riesce a dare forma linguistica alla sua femminilità”, come ricorda, Claudio Pozzani nella prefazione all’edizione italiana, aggiungendo che “chi ha avuto la fortuna di assistere alle sue letture in pubblico, ha potuto rendersi conto che Maram ‘è’ la sua poesia”. Maram lo ha confermato in Calabria e nell’intervista che segue, raccolta in occasione del recente ritorno, in cui, tra l’altro, fa emerge la sua capacità di “tenerezza rivoluzionaria”, in grado di produrre il cambiamento; quello che ha saputo operare nella sua essenza di “migratrice”, non solo della vita, ma anche tra le parole e le sue passioni profonde e intense.
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Maram, tu parli spesso del distacco che hai verso il tuo paese; dici: “Io sono nel mondo intero”. Per noi, invece, è forte il “sentimento” del luogo natale. Cosa conta di più al giorno d’oggi, e per te?
E’ vero, i miei sentimenti non appartengono più al mio paese… c’è un triste senso di distacco. Per me la patria è dov’è la gente che amiamo, dove i tuoi diritti sono riconosciuti. Io amo la Siria; con essa ho legami particolari, laggiù è il resto della mia famiglia. Tutto ciò che accade in Siria mi tocca profondamente, come quello che accade nel mondo. Io ho lasciato il mio paese natale ormai da 25 anni. Non sono mai tornata per 13 anni. I miei stessi legami con i paesaggi si sono affievoliti… laggiù mi sento straniera. Perchè tutto è cambiato : la mia città è diventata un’altra città… i ricordi sono dentro di me. Certamente i primi anni ho molto sofferto di nostalgia, ma bisognava che io vivessi, perchè non avevo scelta. L’emigrato è un essere che ha perduto la speranza di vivere bene nel suo paese, allora trasferisce prima la sua anima, poi il corpo… e quando ha recuperato il suo corpo, la sua anima fugge da lui e comincia il suo andare-tornare alla città natale. Io dico che abito il mondo per ironia. Perchè, essendo poeta, la mia anima è universale, oppure che tutto il mondo mi « abita ». Io dico che gli uomini hanno il diritto di vivere dove stanno bene, e il dovere dei governanti è di rendere la vita degna e decente per i loro cittadini. Ogni volta che un immigrato fugge, poi muore nel mare, c’è anche qualcosa che in me che muore. La cosa che conta di più, è un luogo dove io posso vivere bene, circondarmi di gente che mi è cara… e vivere semplicemente in dignità. .
- Negli incontri letterari porti la tua poesia, ma sempre unita alla tua bellezza, alla tua eleganza, alla tua voce soave, alle voci di tutte le donne. E’ questo il segreto del tuo successo ?
- Io non so se è questo il segreto del mio successo… perchè c’è gente che non mi conosce, ma ama tanto la mia poesia, altrimenti non sarebbe tradotta in sette lingue e presto ci sarà anche la traduzione in greco. E’ anche vero che la personalità del poeta o dello scrittore gioca un ruolo nel suo successo. Tutto quello che posso dire è che non “tradisco”, quando, (in pubblico), leggo i miei poemi.
- “La ciliegia rossa sulla piastrella bianca” può essere il cuore oppresso dal dolore mentre, fai notare, l’amore che lo fa esplodere non è compreso dalla persona cara. Un tema che tratti con particolare attenzione.
- Io scrivo le cose che conosco, non potrei scrivere altrimenti… io credo che la poesia non debba essere vuota, ma deve portare un messaggio segreto, che aiuti a illuminare i sentimenti, la vita ed ogni cosa. I miei poemi sono piccoli fogli di carta nascosti in una bottiglia gettata in mare… io lascio che il lettore prenda da essi ciò che vuole. Ed è miracoloso, che la gente trovi le loro storie, l’umanità è simile. Ovunque io legga i miei versi, trovo persone toccate dalla loro grazia… io non sono niente… sono mediatrice di parole e sentimenti, e ogni volta che finisco un libro, mi chiedo se posso scrivere ancora… Credo che ogni persona abbia le sue idee sull’amore e le relazioni; tuttavia, anche se penso che ciascuno è diverso, c’è una linea che ci unisce tutti: l’eredità umana.
- Restiamo sul tuo “racconto” dell’amore: da molti versi di questa raccolta, emerge anche una donna che accetta di non poter avere mai per sè la persona amata. Perchè ti soffermi su questi casi ?
Nel mio libro, parlo dell’amore difficile e non riconosciuto; dell’amore extraconiugale, appunto. Io mostro il sentimento dell’amore da un’altra angolazione, maledetto dalla società e dalla religione. Voglio dire che peggio dell’adulterio è la crudeltà, la condanna verbale, la violenza. Io amo le donne, nella capacità di donarsi, senza giudicare. Altrimenti provo per loro una grande compassione.
Qual è, secondo te, la felicità dell’amore ?
La felicità dell’amore… è la semplicità, l’abbondanza, la generosità, l’accordo, la parità…
Cosa ti aspetti dalla tua poesia, dalla vita, dalle donne, dal mondo?
Io offro la mia poesia alla vita, al mondo, agli uomini e alle donne. Mi piacerebbe che fosse ricevuta con amore, che dia un altro sguardo al sentimento, che tocchi e che apra lo spirito… per un mondo senza sofferenza, ma so che ciò non sarà possibile.
ASSUNTA SCORPINITI
(Nella foto: Maram alla rassegna “Incontri…suoni e colori dal mondo” presso il Museo delle Arti e dei Mestieri di Cosenza